Oramai e’ l’ottavo anno che alleno, non e’ tanto, ma non e’ neppure poco, l’anno agonistico che si sta’ concludendo mi ha insegnato molto.
Ho percepito che per l’opinione pubblica, quindi per la maggior parte delle persone, in tutti gli sport e in tutte le categorie, arrivare “secondi” e’ una sconfitta, una rovina.
Oramai ai tempi d’oggi e’ tutto veloce, sfuggente, solo le cose inflazionate possono tenere il mercato; basti pensare alle notizie: si e’ mai piu’ discusso del disastro della Costa crociere?, dello tsunami in indonesia?…
Tutto questo per dire che non ce ne rendiamo conto, probabilmente perché chi ci governa o chi ha piu’ potere di noi, cerca di massificarci di renderci tutti uguali, con gli stessi bisogni, di anestetizzarci pero’, ad esempio, con il calcio e tutte le sue schifezze.
In contraddizione a tutto ciò pero’ ci sono ancora piccole realta’, come ad esempio la nostra, non siamo per fortuna da soli, ma allo Sporting si insegna ancora il rispetto, prima ancora dei risultati sportivi.
Chiaramente tutto ciò comporta una grossa apertura mentale da parte di tutti: Società per prima, genitori, atleti ed allenatori. Quest’anno si e’ deciso di dividere tutti gli atleti in maniera imparziale non secondo meriti sportivi ma semplicemente per età.
Una squadra formata da tutti i nati nel 1999 e una squadra formata da tutti i nati 2000/2001.
Il destino ha voluto poi che per un incrocio di classifiche tra gironi, le 2 squadre si siano incontrate in campionato dando vita ad uno spettacolo unico per chi l’ha vissuto.
Siamo, credo, cresciuti tutti: allenatori, genitori, dirigenti e soprattutto atleti, qualcuno ad inizio anno ha dovuto digerire il fatto di non avere il suo compagno di squadra del 2000 o viceversa ma spiegando loro con pazienza il motivo di tutto ciò si e’ assistito ad un miglioramento tecnico e comportamentale di tutti gli atleti i “vecchi” i ” medi” ed i nuovi arrivati, magari bambini che l’anno prima praticavano un altro sport e nel giro di pochi mesi si sono innamorati della pallanuoto e di conseguenza hanno fatto innamorare anche i rispettivi genitori.
C’e’ stata poi Nizza, ci sarà l’habawaba e i vari tornei in mare, tutte manifestazioni che ci hanno lasciato qualcosa dentro, c’e’ stato per tutta la stagione il rispetto sulle gradinate da parte di tutti i genitori, aspetto del quale sono molto fiero.
C’e’ stato poi Alberto, che e’ stato un affidabile e serio compagno di viaggio.
C’e’ stato poi il mio modo di pensare e vedere le cose: dove nessuno e’ indispensabile e tutti si devono guadagnare qualcosa; figli di colleghi, di dirigenti, di sponsor, non ho mai valutato nessun atleta con ” occhi diversi” e non ho mai avuto, per fortuna, pressioni per farlo.
Continuerò cosi’, antipatico o simpatico, la convocazione per le partite e tutto il resto saranno sempre direttamente proporzionali alle presenze e all’impegno durante gli allenamenti, all’educazione ed al rispetto negli spogliatoi.
Sono arrivato a Quinto ereditando 10 atleti ora il gruppo esordienti e’ formato da 32 atleti; chiaramente il merito e’ di tutti perche’ sarebbe impensabile che una sola persona possa gestire 32 persone e relativi genitori.
I nostri atleti inoltre sono tutti “nostri” cresciuti nei nostri vivai. Incredibile, a mio parere, come alcune Società l’anno prima non esistano neppure e nel giro di un anno riescano a vincere i campionati di categoria; magari con prestiti o cessioni già a 10/11 anni.
Spero di continuare su questo cammino il piu’ possibile; vedere la gioia dei bambini nel fare sport mi ricorda tutte le volte che provavo la stessa emozione e magari con la coda dell’occhio rivolgevo lo sguardo ai miei genitori che erano sempre presenti.
Grazie a tutti: Genitori, Gri, Paolo j, Marco, Fabrizio, Lollo M, Lollo V, Rita, Stefano, Alberto, Peo e tutti i dirigenti.
Luca.
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