Dopo due atleti, Palmieri e Giordano (clicca sui nomi per leggere le interviste) è il turno del DS Lorenzo Marino sottoporsi alle interviste di “Vite da Sporting”.
“Ho iniziato tardi a 12 anni, non come avviene adesso. Dopo anni di nuoto, ho praticato diverse stagioni il calcio e la pallavolo. Poi seguendo le orme di mio fratello maggiore Francesco, sono stato trascinato nuovamente in acqua dal mitico Pierino Bruzzone, allenatore delle giovanili dell’A.Doria, la mia prima società alla quale sono ancora molto legato. Dopo la trafila delle giovanili, a 18 anni sono passato alla RN Bogliasco che militava in serie A1 conquistando il terzo posto alle finali nazionali Juniores. L’anno successivo sono passato al Camogli e li insieme a Gianni “Ufo” Uras, il capitano Marco Gatti, i fratelli Ginocchio, Dimitri Perini, Marco Rainero, Alessandro Cristilli e tanti altri, ho trascorso le mie migliori stagioni da atleta. Il primo anno contro ogni pronostico vincemmo il campionato di Serie B e negli anni successivi arrivammo a giocarci (purtroppo perdendo a gara 3) la finale playoff con il Palermo per riportare il Camogli in serie A1. A seguire un anno a Sori, uno a Lerici, uno a Sturla ed infine diverse stagioni alla RN Nervi, prima come atleta poi come allenatore. Ho sempre giocato come marcatore del centro-boa, capivo abbastanza il gioco, ma soprattutto non mollavo mai. Ora da quasi “vecchietto” mi dedico quando posso al golf”. Si presenta così Lorenzo Marino, attuale direttore sportivo dello Sporting, terzo “ospite” della rubrica Vite da Sporting. Per lui è il quarto anno in biancorosso, ma ricorda come fosse ieri lo scoccare di questo amore: “Ricordo ancora la serata durante la quale l’allora DS Paolo Fini e Ghigo Accardo (mio storico compagno di squadra ai tempi dell’A.Doria e amico fraterno) mi invitarono a prendere un aperitivo per propormi di far parte dello Sporting Club Quinto. Non servirono i due o forse tre Spritz che mi offrirono per farmi dire di sì. Da anni speravo di far parte di questa società, perchè chiunque ci fosse stato ne parlava solo bene“. Il ruolo di DS, però, lo porta a lavorare non solo con i grandi, ma, insieme a Fabrizio Brondi e Lorenzo Villa, il nostro Lorenzo cura il settore giovanile: “Loro due (Fabrizio e Lorenzo ndr) sono gli autentici motori dal punto di vista dirigenziale dell’attività giovanile, insieme ai nostri allenatori. Io cerco di guardare l’insieme dell’attività, non tanto dal punto di vista tecnico, ma più organizzativo. L’attuale realtà ha dell’incredibile per una società che non dispone di un impianto in gestione. La collaborazione a livello di scuola pallanuoto con le Piscine di Albaro sta portando i primi risultati in termini numerici, ma anche qualitativi. Se fino ad alcuni anni fà era impensabile a livello giovanile potersi confrontare con società come RN Camogli, RN Bogliasco, RN Savona ora, senza “montarci la testa” possiamo dire anche noi la nostra. I nostri ragazzi sentono di appartenere ad una società che crede e lavora per loro. Dopo diverso tempo, quest’anno abbiamo integrato a livello di prima squadra due giovani nati e cresciuti a Quinto. Spero che, con i tempi giusti, possano diventare i futuri protagonisti della prima squadra e a questi vorrei ovviamente aggiungerne tanti altri. Devono però sapere che per raggiungere certi livelli bisogna lavorare tantissimo, senza mai godere troppo dei risultati ottenuti per carcare di spingersi sempre in avanti.”. Non è però un’intervista se, a poche ore dall’esordio casalingo, non si parla di obiettivi: “L’obiettivo è sempre lo stesso: giocare sempre per vincere. La squadra ha le qualità per potersela giocare con chiunque. Sono due anni che raggiungiamo gara 3 delle semi-finali playoff (due anni fà contro il Catania e l’anno scorso scorso con l’Ortigia). Nelle 6 sfide play-off che abbiamo disputato ha sempre prevalso, purtroppo a nostro sfavore, il fattore campo. Se riuscissimo ad arrivare primi o secondi...Senza nulla togliere a tutte le altre squadre, sposo in pieno le parole che è solito ripetere alla squadra Mister Paganuzzi e cioè che “Dipende solo da noi”. Credo che sicuramente Trieste avrà un ruolo di primo piano quest’anno, ma ogni partita presenterà le sue insidie. Certe vasche sono storicamente molto insidiose come Torino e Padova e poi, tolto il Brescia, tutti gli altri sono derby. Con le squadre liguri ci si allena spesso insieme, ci si conosce bene, diventa tutto più difficile“.
Come al solito, ecco la mini-playlist di tre canzoni:
“Sweet child O’mine” dei Guns N’ Roses (mi ricorda il mio primo concerto dal vivo)
“Into the night” di B.B. King (il più grande chitarrista blues, genere che mi piace molto ascoltare)
“Jammin'” di Bob Marley (per la sensazione di allegria e di libertà che provo ascoltando la sua musica)
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