Vite da Sporting: Paolo Fini

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Nonostante a separare il Quinto e Paolo Fini ci sia, da circa un anno e mezzo, addirittura un oceano, un filo indissolubile li lega ancora e, probabilmente, lo farà per sempre. Per festeggiare il suo ritorno vicino ai colori biancorossi, per la doppia sfida con il Chiavari e con Trieste, abbiamo deciso di dedicare proprio a lui la nuova puntata di Vite da Sporting.

A un oceano di distanza vivo il Quinto nel modo più intenso possibile, ovvero sono sempre in contatto con il mister, con Fabrizio e Lollo che mi aggiornano non solo dei risultati ma anche della forma della squadra” ci racconta. “Poi comunico spesso con alcuni veterani della squadra come Luccianti, Scanu, Turbati e Bittarello. Con loro scherziamo sulle arrabbiature del mister e cerchiamo di vedere sempre come poter fare il meglio per portare il Quinto sempre più in alto. Una menzione particolare, però, vorrei farla per Ghigo Accardo: lui è veramente straordinario. Anche grazie a lui e alla sua simpatia i nuovi giovani che arrivano in prima squadra si integrano sempre al meglio. Non posso che ringraziarlo“. Come già detto, Paolo ha vissuto vicino alla squadra due sfide: “Come al solito ho trovato un Quinto battagliero, come lo vuole sempre il nostro mister. A Trieste ci è mancata un po di convinzione nel finale, forse non abbiamo creduto fino in fondo di poter battere la capolista a casa propria, con il Chiavari devo dire che ho sempre avuto la sensazione di una partita in pieno controllo e penso che alla fine il risultato poteva anche essere più ampio“. Vero, il presente è importante, ma se si parla di Quinto e Paolo Fini non si può non buttare un occhio verso il passato, parlando di aneddoti, rimpianti e (soprattutto) di bei momenti: “Un aneddoto curioso riguarda la prima uscita da mister di Paganuzzi a Pescara contro il Pescara. In vantaggio di un goal a 20 secondi dalla fine, recuperiamo palla e io dalla gioia inizio a battere le mani sul muro accanto alla panchina, chiamando erroneamente il nostro terzo time out. Non confesso a nessuno l’accaduto, così si scatena una protesta infinita, accusando la giuria di Pescara di averlo chiamato apposta. Come da regolamento, cambio palla. Di seguito finiamo a uomo in meno: mancano 10 secondi alla fine. Fortunatamente il grande Gabor Nemes fa una grande parata, portiamo via i tre punti e la prima vittoria in carriera di mister Paganuzzi. Negli spogliatoio a risultato acquisito confesso a tutti l’accaduto e ci facciamo una grassa risata“. “Durante i miei dodici anni a Quinto” continua Paolo “ho visto passare tanti giocatori e devo dire che quasi tutti mi hanno impressionato sotto il punto di vista umano. Un giocatore, per essere grande, non deve solo essere forte tecnicamente, ma deve essere coerente con i suoi principi e i suoi valori. Ne potrei citare tanti, ma chi per me ha unito di più queste due caratteristiche è sicuramente Alberto Galassi, ragazzo di rara coerenza e di un cuore meraviglioso. Parallelamente non sento di aver rimpianti su giocatori non arrivati a Quinto, ma mi sarebbe piaciuto vedere con la nostra calottina Matteo Casini“.  Dodici anni vogliono anche dire tanti bei momenti: “Ce ne sono davvero tanti: la salvezza alla penultima giornata con in panchina Matteo Greco, quando ricevemmo la notizia che l’Arenzano aveva vinto con il Verona, la prima volta alla Scandone di Napoli per i playoff e sicuramente la vittoria con il Catania a Bogliasco in gara 2 delle semifinale playoff. Ma poi ci sono tante piccole gioie legate a grandi vittorie che rimarranno nella storia del Quinto: la prima volta a Bologna,Torino, Como e Roma!!!!“.

Stupido Hotel-Vasco Rossi

Strada Facendo-Claudio Baglioni

Yellow-Coldplay

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