“A un oceano di distanza vivo il Quinto nel modo più intenso possibile, ovvero sono sempre in contatto con il mister, con Fabrizio e Lollo che mi aggiornano non solo dei risultati ma anche della forma della squadra” ci racconta. “Poi comunico spesso con alcuni veterani della squadra come Luccianti, Scanu, Turbati e Bittarello. Con loro scherziamo sulle arrabbiature del mister e cerchiamo di vedere sempre come poter fare il meglio per portare il Quinto sempre più in alto. Una menzione particolare, però, vorrei farla per Ghigo Accardo: lui è veramente straordinario. Anche grazie a lui e alla sua simpatia i nuovi giovani che arrivano in prima squadra si integrano sempre al meglio. Non posso che ringraziarlo“. Come già detto, Paolo ha vissuto vicino alla squadra due sfide: “Come al solito ho trovato un Quinto battagliero, come lo vuole sempre il nostro mister. A Trieste ci è mancata un po di convinzione nel finale, forse non abbiamo creduto fino in fondo di poter battere la capolista a casa propria, con il Chiavari devo dire che ho sempre avuto la sensazione di una partita in pieno controllo e penso che alla fine il risultato poteva anche essere più ampio“. Vero, il presente è importante, ma se si parla di Quinto e Paolo Fini non si può non buttare un occhio verso il passato, parlando di aneddoti, rimpianti e (soprattutto) di bei momenti: “U
n aneddoto curioso riguarda la prima uscita da mister di Paganuzzi a Pescara contro il Pescara. In vantaggio di un goal a 20 secondi dalla fine, recuperiamo palla e io dalla gioia inizio a battere le mani sul muro accanto alla panchina, chiamando erroneamente il nostro terzo time out. Non confesso a nessuno l’accaduto, così si scatena una protesta infinita, accusando la giuria di Pescara di averlo chiamato apposta. Come da regolamento, cambio palla. Di seguito finiamo a uomo in meno: mancano 10 secondi alla fine. Fortunatamente il grande Gabor Nemes fa una grande parata, portiamo via i tre punti e la prima vittoria in carriera di mister Paganuzzi. Negli spogliatoio a risultato acquisito confesso a tutti l’accaduto e ci facciamo una grassa risata“. “Durante i miei dodici anni a Quinto” continua Paolo “ho visto passare tanti giocatori e devo dire che quasi tutti mi hanno impressionato sotto il punto di vista umano. Un giocatore, per essere grande, non deve solo essere forte tecnicamente, ma deve essere coerente con i suoi principi e i suoi valori. Ne potrei citare tanti, ma chi per me ha unito di più queste due caratteristiche è sicuramente Alberto Galassi, ragazzo di rara coerenza e di un cuore meraviglioso. Parallelamente non sento di aver rimpianti su giocatori non arrivati a Quinto, ma mi sarebbe piaciuto vedere con la nostra calottina Matteo Casini“. Dodici anni vogliono anche dire tanti bei momenti: “Ce ne sono davvero tanti: la salvezza alla penultima giornata con in panchina Matteo Greco, quando ricevemmo la notizia che l’Arenzano aveva vinto con il Verona, la prima volta alla Scandone di Napoli per i playoff e sicuramente la vittoria con il Catania a Bogliasco in gara 2 delle semifinale playoff. Ma poi ci sono tante piccole gioie legate a grandi vittorie che rimarranno nella storia del Quinto: la prima volta a Bologna,Torino, Como e Roma!!!!“.Stupido Hotel-Vasco Rossi
Strada Facendo-Claudio Baglioni
Yellow-Coldplay
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