Scanu al passo d’addio: “Lascio un Quinto forte e strutturato”

Ultima giornata di campionato domani pomeriggio in serie A1, con il Genova Quinto B&B Assicurazioni che farà visita alla Lazio. Una partita che ha più poco da dire per la truppa biancorossa, ma che avrà un significato particolare per il suo capitano, Nicolò Scanu: il portiere infatti giocherà la sua ultima partita, nel Quinto e in carriera. E se una settimana fa ad annunciare il suo ritiro era stato Armando Turbati, vista l’imminente nascita di un figlio, anche questa volta dietro a questa decisione c’è il motivo più dolce possibile.

Scanu, come è maturata la sua scelta?
Sono convinto che l’anno prossimo la società farà il possibile, come è sempre stato, per arrivare più in alto possibile, e cioè per tornare subito in serie A1, dove meritano di stare il Quinto e i suoi tifosi. Non credo proprio che sarà una stagione di… galleggiamento. Quindi serviranno persone in grado di dare il cento per cento in ogni allenamento, e io questo credo di non essere più in grado di farlo“.
Come mai?
Sono uno che se fa una cosa, vuole farla bene, dando tutto. A breve invece avrò maggiori carichi di lavoro e fra poco mia moglie Sara darà alla luce una bambina, cui voglio dedicarmi. Non mi sembrerebbe giusto nei confronti di una società che è sempre stata corretta non riuscire a dedicare tutto me stesso nella nuova avventura“.
In momenti come questi è doveroso sfogliare l’album dei ricordi…
Che sono tantissimi. Ricordo le giovanili fra Rapallo e Chiavari, con esordio in serie A2 a 19 anni. Poi il passaggio al Nervi, in serie A1, quindi il Quinto in A2 con Marco Paganuzzi capitano. Poi il Catania, il Sori, il Como, la Mameli dove siamo retrocessi con la miglior difesa, e quindi il ritorno al Quinto in serie A2 e la promozione in A1. In questi anni ho vissuto tante avventure, stretto tante amicizie. Mi conforta sapere che lascio un Quinto forte non solo in vasca, ma anche a livello societario. Se fino a quattro, cinque anni fa eravamo una piccola realtà, adesso siamo conosciuti a livello nazionale, siamo giovani e ambiziosi, possiamo crescere ancora“.
Che cosa ti lascia la pallanuoto?
Una maggiore sicurezza in me stesso, nelle mie possibilità e la convinzione di poter migliorare sempre“.
I ringraziamenti, in circostanze come questa, sono d’obbligo…
Vero. Ringrazio Marco Paganuzzi, un tecnico che ha sempre creduto in me. Mia moglie Sara, chiaramente: il tempo dedicato alla pallanuoto è stato sottratto anche a lei, che mi ha sempre sostenuto. E analogo discorso vale per i miei dirigenti sul lavoro, che hanno capito e accettato alcune mie necessità legate a questo sport. Ma vorrei ringraziare anche tutti i dirigenti e le persone che soprattutto quest’anno si sono date da fare per trasformare ogni partita casalinga in un evento“.
Che partita sarà quella di domani con la Lazio, soprattutto a livello emozionale?
Magari non giocherò, ma sarò lì per portare il mio sostegno a questi ragazzi, stare vicino alla squadra sino all’ultimo secondo del campionato“.
Smetti di giocare, ma ti piacerebbe ricoprire qualche altro ruolo nel mondo della pallanuoto?
Per adesso solo quello di tifoso del Quinto. E spero davvero che si possa tornare quanto prima in serie A1: la società ha dimostrato di meritarla, i tifosi anche”.

Foto di Paolo Zeggio

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