Si sta per concludere la terza settimana di allenamenti per il Genova Quinto B&B Assicurazioni, atteso dal campionato di serie A2. La preparazione procede spedita secondo le tappe stilate dallo staff tecnico e atletico con un mix di sedute in palestra e in piscina. Il lavoro da fare è ancora molto in vista dell’esordio stagionale, e per questo a fare il punto della situazione è Armando Turbati che, svestita la calottina numero cinque, è adesso il preparatore atletico dei biancorossi.
Armando, come hai articolato questo inizio di lavoro per la squadra?
“La prima settimana è stata condotta e ritmi piuttosto blandi, anche se con un chilometraggio già discreto, per riprendere confidenza con l’acqua e con gli allenamenti ravvicinati. Abbiamo svolto un lavoro prevalentemente aerobico e in acqua. Nella seconda settimana abbiamo affiancato al nuoto l’uso del pallone e aumentato l’intensità. Da qualche giorno, invece, alle sedute in acqua si sono affiancate quelle in palestra e dalla prossima settimana andremo a regime, con i doppi allenamenti e la frequenza della palestra che passerà da due a tre volte ogni sette giorni”.
Come è calibrata la preparazione, per quando è previsto il “picco atletico”?
“In realtà il nostro obiettivo è quello di svolgere in questa fase la maggior parte del lavoro, in modo da ottenere uno stato di forma ottimale che poi dovrà essere adeguatamente mantenuto durante tutta la stagione. Insomma arriveremo pronti alla prima giornata di campionato, poi durante l’anno con un lavoro calibrato di carico e scarico dovremo far sì che la condizione resti ottimale. Solitamente io programmo gli allenamenti nell’arco delle cinque settimane, poi dal vivo adotto tutti gli accorgimenti del caso che possono scaturire solo dall’esperienza a bordo vasca e di certo non davanti al computer”.
Come hai trovato la squadra al rientro dalle vacanze?
“Considerando che la pausa è stata medio-lunga direi bene. Abbiamo ancora da lavorare ma non c’è nessuno, per fare un esempio, che arriva dieci vasche dopo gli altri. Quello che mi piace particolarmente è il clima di rispetto che si è creato: i ragazzi mi ascoltano in silenzio e fanno quello che dico loro, con reciproco rispetto dei ruoli. Può sembrare una cosa scontata ma non lo è, perché sino a pochi mesi fa io mi allenavo con loro, ero un loro compagno di squadra”.
Ti mancano gli allenamenti visti da atleta?
“Non rimpiango la scelta che ho fatto. Questa della preparazione atletica di una squadra è una parte del mio lavoro che volevo approfondire da tempo e ora colgo l’occasione. Rispetto a quando giocavo percepisco un diverso e maggiore senso di responsabilità per quello che faccio ma la cosa mi stimola. E aver smesso da poco, comunque, mi aiuta a mettermi con facilità nei panni dei ragazzi”.
Come va l’intesa con mister Luccianti?
“Ci capiamo al volo, ci siamo divisi i compiti e ognuno rispetta il lavoro dell’altro. Gli ingredienti per fare bene ci sono tutti”.
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