Brondi: “I segreti di una stagione record? Il cuore della famiglia Iren Genova Quinto”

Con la Final Eight Under 16 disputata alla “Marco Paganuzzi” di Albaro e organizzata dall’Iren Genova Quinto, si è conclusa anche la stagione delle giovanili biancorosse. Parola quindi al vicepresidente del club, Fabrizio Brondi, che con il consigliere Lorenzo Villa coordina tutte le attività del vivaio.

Secondo posto Under 16, terzo post Under 20, quinto posto Under 18, campioni regionali Under 14. Fabrizio Brondi, vicepresidente dell’Iren Genova Quinto, partiamo da qui per tracciare il bilancio dell’attività giovanile?
“No, non sarebbe giusto. Quella è la fine. Una bellissima fine, senza dubbio, che magari avrebbe potuto essere straordinaria con un pizzico di fortuna in più, ma comunque la fine”.

Allora partiamo dall’inizio…
“Quei risultati sono il frutto di un lungo lavoro, che affonda le radici negli anni, partito con la visione avuta insieme a Marco Paganuzzi e la disponibilità nel collaborare di Luca Baldini, Elisa Casanova e Alessandra Capurro per la parte Piscine di Albaro. Accanto al progetto di costante crescita della prima squadra, sino a farla diventare una realtà consolidata del campionato di serie A1, abbiamo impostato lo sviluppo di tutte le leve giovanili. Lo abbiamo fatto affidando tutte le nostre squadre a tecnici giovani ma preparati e con una buona esperienza alle spalle, persone in grado di formarli non solo dal punto di vista sportivo, ma anche come educatori, e dando a tutte le leve gli spazi acqua di cui avevano bisogno per poter lavorare al meglio, alle Piscine di Albaro ma non solo”.

E tutto questo ha portato ai risultati sopra descritti…
“Sì, ma soprattutto ha portato ad avere elementi di valore in grado di dire la loro fra i ‘grandi’. Diversi giocatori cresciuti nel nostro settore giovanile hanno giocato in serie A1 con la nostra prima squadra, peraltro con minutaggi considerevoli, di certo non facendo le comparse o scaldando la panchina: sono stati elementi integranti la rosa a tutti gli effetti. Altri si sono fatti valere con i colori di altre società, in serie A2 o in serie B, dimostrando di poter dire la loro. È questo il primo obiettivo del nostro vivaio: formare ‘in casa’ giocatori in grado di imporsi anche a livello nazionale. C’è chi è arrivato addirittura ad indossare la calottina delle Nazionali giovanili, e questa è la ciliegina sulla torta”.

Non la erano i risultati conseguiti a fine stagione?
“Anche. O meglio: quello è il frutto di tutto quello che ho appena detto: tanto lavoro, tanti sacrifici, senso di appartenenza, organizzazione. E una straordinaria disponibilità da parte dei genitori: sappiamo bene che cosa significhi avere un figlio che gioca a pallanuoto, che si allena tutti i giorni e che nel week end è impegnato in giro per la Liguria. Anche grazie a loro, tutto questo è stato possibile. Ed è stato possibile ottenere quei piazzamenti: il secondo posto Under 16, con il tricolore sfuggito solo per un rigore, mi e ci riempie d’orgoglio, come il terzo posto degli Under 20, il quinto degli Under 18 e gli Under 14 campioni regionali. Tutto questo ha un valore profondo”.

Quale?
“Significa che la nostra società ha un futuro, che guarda oltre l’oggi, che pensa al domani. Se siamo soddisfatti del settimo posto in serie A1 – e lo siamo, ci mancherebbe! – dobbiamo forse essere ancora più soddisfatti di quanto hanno fatto, stanno facendo e sono sicuro faranno i nostri ragazzi, perché sarà anche grazie a loro se riusciremo a mantenere quel livello costante nel tempo, se non addirittura a migliorarlo. Per questo lavoro i dovuti ringraziamenti vanno logicamente a Jonathan per la ventata di novità portata ancora prima fuori dall’acqua, che ha permesso un cambio di marcia di cui faremo tesoro e credo porti ancora punti di crescita in molti ambiti per la nostra realtà, oltre logicamente al fantastico risultato sportivo. A Gabriele Luccianti che non dimentichiamo già dalla prima stagione ha lavorato raccogliendo ottimi risultati sia con le giovanili che con la prima squadra, ma soprattutto è stato importantissimo, per noi, nel momento più difficile della nostra storia. A seguire, sperando di non dimenticare nessuno, fatto per il quale mi scuso anticipatamente, ci sono tutti i tecnici che hanno seguito le giovanili da Luca a Marco con Francesco, Simone, Luca, Vittorio, Stefano, Federico, Lorenzo, Guendalina, Mauro, Paolo, Filippo e Matteo”.

Dalle giovanili alla prima squadra: un percorso che ha compiuto anche il tecnico Luca Bittarello. Come lo vedi?
“A Luca mando un grazie per tutto quello che ha fatto, un abbraccio e un in bocca al lupo. Ha la stoffa per fare bene. È preciso, meticoloso, appassionato, tecnicamente preparato e umanamente di un’altra categoria. Valori che in questi anni ha trasmesso ai suoi ragazzi e che porterà in dote anche in prima squadra. E questa, ne sono certo, sarà un’arma in più, quella dello ‘stile Quinto’”.

Chiudiamo con una domanda secca: i risultati di questa stagione costituiscono un punto di arrivo?
“No, sono un passaggio che con lavoro e dedizione dobbiamo cercare di ripetere, mantenere, avere quasi il timore di non regredire e anzi migliorare, per far sì che la concentrazione rimanga sempre alta. Questo lavoro è frutto di sacrifici di molte persone, a partire dal presidente ambizioso, insieme a tutto il consiglio direttivo attuale, a chi c’è stato prima: Peo Castagnola, Pier Del Tassi, Tino Corrado e Paolo Fini, ad ogni persona che negli anni ha speso molte energie e tempo per arrivare qui oggi. Che si parli di gente legata a doppia mandata alla nostra società, o passata solo per alcuni anni, comunque abbiamo dato il nostro contributo importante per gioire insieme di questi grandi successi, sempre portando nel cuore e nella testa Marco, che è stato artefice di tutto questo ed è sicuramente orgoglioso di vendere raccogliere i frutti della semina fatta da lui tempo fa”.

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