Piccinini: “Tecnologia e giuste intuizioni: così portiamo le gare dell’Iren Quinto su tutti gli schermi”

L’obiettivo prioritario è quello di portare più tifosi possibili in piscina, alla “Marco Paganuzzi” di Albaro. Perché lo spettacolo dal vivo è tutta un’altra cosa: il profumo del cloro, il suono della sirena, le urla dei tecnici, il rumore delle trombe e dei tamburi, l’emozione di esserci. Ma a volte si è costretti a restare lontani da “casa”, e allora ecco che la tecnologia accorre in soccorso. L’Iren Genova Quinto è stato pioniere delle partite trasmesse in diretta sui social network: dall’esordio nel campionato vittorioso di serie A2 del 2018 trasmesso con un semplice smartphone, sino alla predisposizione di una vera e propria regia, con tre telecamere, il punteggio, la cronaca, il tempo.

Tutto nelle mani di chi, nel Quinto, è l’anima della tecnologia: Giancarlo Piccinini che, insieme al figlio Marco, già atleta biancorosso e adesso ingegnere alla Fincantieri, ha curato lo sviluppo delle partite trasmesse in diretta.

Giancarlo, come è nata l’idea?
“Da una semplice constatazione: per motivi differenti alcune persone non potevano venire a vedere le partite in piscina e via messaggio ci chiedevano continui aggiornamenti in tempo reale. Ma abbiamo tenuto conto anche dei tifosi delle squadre ospiti, specie quelle che arrivavano da più lontano. E allora ci siamo detti: perché non fare vedere la partita integralmente, in diretta? E ci siamo messi al lavoro”.

Quale è stato lo sviluppo?
“Come detto, siamo partiti con un semplice smartphone. Ma la qualità non era sufficiente. L’impianto di Albaro, costruito con muri spessi e in una posizione non troppo felice quanto a ricezione della linea mobile, richiedeva una linea dedicata e potente, specie in occasione di quelle partite che richiamano un gran numeri di spettatori, tutti sempre connessi. Quindi per prima cosa abbiamo migliorato quell’aspetto: oggi abbiamo una linea affidabile, in grado di reggere anche le migliaia di connessioni contemporanee che a volte si registrano sul nostro canale YouTube, penso ad esempio alla recente gara dei play off contro l’Ortigia”.

Questo è stato l’unico fronte aperto?
“No, abbiamo lavorato su questo e altro. Adesso possiamo contare su tre telecamere in alta definizione e una regia che ci consente di passare dall’una all’altra in modo agevole, anche facendone vedere due in contemporanea, come avviene negli intervalli o durante un time out. A questo si è affiancato lo sviluppo della grafica”.

Ovvero?
“Penso alle formazioni che compaiono a schermo nei minuti precedenti la partita, al punteggio e al tempo, sempre visibili e ai replay dei gol e delle azioni più significative. Ma anche agli sponsor: i loro loghi sono inseriti durante la diretta, prima e dopo la gara passano i loro brevi spot pubblicitari. Uno strumento di visibilità in più notevole: come ho detto, ci sono partite in cui abbiamo toccato e superato quota duemila visualizzazioni”.

Un format di successo.
“Non lo nascondo, è un vanto. Ci siamo riusciti non senza difficoltà con l’aiuto di mio figlio Marco, quello di Giovanni Del Noce, con la disponibilità di tutta la società e del nostro cameraman Danilo Guidarelli. Dobbiamo tuttavia essere sinceri: tante altre società si sono mosse come noi e la qualità, nel corso degli anni, è generalmente cresciuta. Credo sia un bene per la pallanuoto. Poi ci sono ‘stili’ diversi: le nostre partite vengono trasmesse sul nostro canale YouTube e inserite all’interno del nostro Quinto Channel, chiaramente si nota un’impronta decisamente biancorossa anche nella cronaca”.

Si può migliorare ancora?
“Si può e si deve. Ma ci stiamo già lavorando, per avere alcune sorprese già da questa stagione, a partire da un commento tecnico più strutturato, con ospiti di primo livello che siano in grado di dare una lettura della gara originale e imparziale e lavorando su un generale miglioramento della qualità complessiva della trasmissione”.

Trasmettere le gare in diretta non rischia di convincere i più ‘pigri’ a restare sul divano?
“Era un fattore di rischio, ma ci siamo resi conto che non è così. Soprattutto nelle gare più importanti i nostri tifosi hanno fatto a gara per essere presenti alla “Marco Paganuzzi” di Albaro, spesso riempiendola sino al limite della capacità. E le visualizzazioni sono andate di pari passo. Segno che in questo modo offriamo un servizio aggiuntivo, e non concorrente, ai tifosi ma anche ai semplici appassionati di pallanuoto”.

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