Un po’ come se fosse un giardino fiorito e rigoglioso, i più distratti non faranno neanche caso all’enorme lavoro necessario per renderlo così bello. Allo stesso modo un settore giovanile di una società di serie A1 necessita di analoghe cure, costruite e portate avanti nel corso degli anni: occorre piantare i semi, innaffiarli, scegliere la terra giusta, travasare le piante, potarle quando necessario, averne un’attenzione quotidiana. Per maggiori informazioni si può chiedere a Lorenzo Villa, consigliere dell’Iren Genova Quinto che, insieme al vicepresidente Fabrizio Brondi e Francesco Marino, si occupa in particolare proprio dello sviluppo delle nuove leve biancorosse.
Lorenzo, iniziamo dalla fine, ovvero dall’ultima stagione record.
“Sì, campioni liguri con gli Under 14 e in finale con tutte le altre categorie. Un grande risultato, mai ottenuto nella storia della nostra società, dovuto ad un buon gruppo di atleti e di tecnici che abbiamo formato e messo insieme in questi anni di duro lavoro”.
Vogliamo ricostruirli?
“Tutto inizia dieci anni fa, forse anche di più, quando il sottoscritto viene ‘tirato dentro’ la società insieme ad altri ex giocatori, penso a Marco Paganuzzi, Francesco Marino, Federico Accardo, Fabrizio Brondi. Ci siamo ritrovato a ricoprire ruoli diversi ma su un aspetto eravamo tutti d’accordo: andava rinforzato il settore giovanile, far crescere un vivaio già esistente per renderlo più competitivo. Lì abbiamo iniziato a spendere energie sia fisiche sia economiche per raggiungere questo obiettivo. Ma, ancora più che altre realtà, è stato decisovo anche il contributo delle famiglie dei ragazzi”.
Come mai?
“All’inizio non eravamo una società strutturata come adesso, gli spazi acqua erano limitati e dovevamo sfruttarli al massimo, ogni momento era buono per andare ad allenarsi in giro, a Savona, Firenze, Brescia, Nizza. La collaborazione con i genitori dei ragazzi è stata determinante”.
Siamo alle soglie di una nuova stagione: che cosa dobbiamo aspettarci?
“Vogliamo ripeterci, ci proveremo, ma non sarà facile. Da un anno all’altro le cose possono giocoforza cambiare, ci sono ragazzi che passano ad un’altra categoria, una squadra può essere più o meno competitiva. Insomma, le variabili da tenere in considerazione sono tante. L’importante è tornare alle finali nazionali, perché sono una grandissima esperienza per gli atleti. Si tratta di appuntamenti che magari prevedono sei gare in due giorni, ma creano entusiasmo, voglia di allenarsi e di sacrificarsi, fondamentale per il nostro sport. Dal prossimo anno avremo anche una nuova figura tecnica che si affiancherà ai nostri allenatori”.
A guidare la prima squadra ci sarà un tecnico che arriva proprio dalle giovanili, Luca Bittarello.
“Cinque anni fa, quando guidava le giovani leve già da qualche tempo, Marco Paganuzzi gli disse che sarebbe diventato il responsabile tecnico di tutte le giovanili e che avrebbe fatto strada. Come al solito, aveva visto lungo. Luca è in gamba, preparato, entusiasta, si sa far volere bene, i risultati ottenuti in questi anni sono anche merito suo. Certo, il passaggio alla guida di una prima squadra non sarà facile ma ha tutte le carte in regola per fare bene. E al suo fianco avrà giocatori di esperienza come Molina, Figari e Nora che, dato anche il loro spessore umano, potranno dargli una grande mano. Accanto a questi, mi fa piacere notare come ci siano sempre più elementi che arrivano proprio dalle nostre giovanili, che riescono a dire la loro anche in un campionato difficile come la serie A1 o, grazie alla collaborazione con le altre società, in A2 o in B”.
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