Mondini: “Quinto, che crescita. Ma si può migliorare ancora”

Lo scorso dicembre iniziava la sua avventura come Consigliere dello Sporting Club Quinto: otto mesi dopo è arrivato il momento di tracciare un primissimo bilancio di questa esperienza per Pietro Mondini.

Vedendo e vivendo la società dal di dentro – racconta – ho trovato conferme alle sensazioni positive che già avevo maturato come semplice spettatore e ho avuto modo di apprezzare in modo più approfondito il grande lavoro che è stato fatto in questi anni della società: ricordo quando andavo a Bogliasco a vedere le partite del Quinto e la crescita è evidente a tutti, si respira in ogni partita, al di là dei risultati finali delle stesse”.

Posso dire con piena convinzione – continua Mondini – di essere circondato da una società ambiziosa, che non si è accontenta del tanto che ha costruito ma che vuole puntare sempre più in alto, seppur senza mai fare il passo più lungo della gamba. In questi miei primi mesi da Consigliere mi sono messo a disposizione ed è stato un lasso di tempo che ho usato più che altro per ascoltare, osservare e capire le dinamiche societarie, anche affidandomi a chi conosce lo sport e questa realtà meglio di me. Il mio compito continua ad essere quello di dare visibilità a questa realtà a chi può essere interessato, anche in termini di sponsorizzazioni, a investire su questo progetto, considerando anche quanto è importante la pallanuoto a Genova e in Liguria più in generale. Per quanto molto sia stato fatto, credo ci siano le giuste condizioni per migliorare ancora anche sotto questo punto di vista”.

Infine, il dirigente biancorosso si sofferma anche sulla pallanuoto giocata: “Uno sport che è molto cambiato rispetto a quando giocavo io nelle giovanili – ammette – In questi mesi, anche per ‘farmi le ossa’, oltre a quelle del Quinto ho guardato anche diverse partite di alto livello, di Champions League, e ho visto come sono mutate le regole: il gioco è più veloce e più fisico, maggiormente dinamico rispetto ad una volta. Certo, questi continui cambiamenti non facilitano la comprensione del gioco da parte di uno spettatore che magari non vive la pallanuoto nella quotidianità: ci sono molti fischi e la partita è spesso spezzettata, un fatto cui prestare attenzione”.

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