Due anni possono essere pochi oppure un’infinità di tempo. Dipende da come la si guarda, nel caso dell’avventura di Willy Molina nell’Iren Genova Quinto possono essere entrambe le cose: un attimo, se si pensa a quanto avremmo voluto godercelo ancora in acqua; tantissimo, se pensiamo a tutto quello che ha fatto e ha lasciato.
“Avere avuto Willy è stato un grande onore – commenta il presidente Giorgio Giorgi – Un piacere averlo con noi come uomo e vederlo giocare. Un piccolo dispiacere, ma anche in questo caso un onore, essere stati l’ultima squadra a donargli una calottina. E’ stato bello vedere come si è dedicato con abnegazione al gioco e all’istruzione degli atleti più giovani. Un atleta come lui lascia una traccia indelebile. Grazie Willy“.
“Mi sentirei in soggezione a parlare di Willy tecnicamente, è un giocatore che non ha bisogno della mia descrizione o dei miei complimenti, un campione che sarà ricordato come uno dei migliori giocatori al mondo – prosegue il tecnico Luca Bittarello – E’ stato un onore essere stato per lui l’ultimo allenatore, ma io mi ritengo soprattutto fortunato ad averlo avuto con me all’esordio in panchina. Parliamo di un ragazzo con le caratteristiche che tutti cercano, un professionista sempre a disposizione della squadra e mia in modo discreto. Per questo gli sarò per sempre grato. Il Quinto deve essere orgoglioso di aver avuto tra le sue fila un giocatore del genere“.
“Molina rientra a pieno titolo in quella elite di giocatori che hanno fatto la storia della pallanuoto – dice Niccolò Figari – Basta andare su Youtube per vedere le sue giocate e i suoi tiri che alla maggior parte non verrebbero in mente neanche in allenamento. Ecco credo che anche questa sia l’eredità che lascia ai più giovani, che magari decideranno di cimentarsi in questo sport proprio guardando quei video“.
“Giocare per due anni con lui è stato un privilegio – conclude il capitano Alessandro Di Somma – Non voglio parlare di lui come giocatore, sarebbe superfluo. Ma per tutti noi è stato un leader, un esempio, un trascinatore, il miglior compagno che potessimo desiderare. Non si tratta di fare complimenti scontati: ha sempre dato tutto con abnegazione, ogni giorno, in ogni allenamento. Ha giocato tutte le partite come se fosse la finale del Mondiale che ha vinto nel 2001. Questa è merce rara. Lascia un vuoto che sarà difficile da riempire ma anche e soprattutto una testimonianza per noi più vecchi ma specie per le nuove generazioni“.
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